Siamo stati invitati ad una visita in azienda all’unica fabbrica ancora insediata nell’area metropolitana di BARI la storica fabbrica del caffè SAICAF.

Sarà stata la dose di caffeina che volente o nolente avevamo accumulato nei nostri corpi , ma la carica dell’evento è stata davvero tantissima ..

Prima gli interventi di due “giganti” il Cavaliere Domenico Lorusso (presidente Saicaf) accompagnato dal promotore della iniziativa il  Cavaliere Michele Vinci (presidente della locale sezione di confindustria ) e poi tutte le personalità del mondo bancario, giornalistico e imprenditoriale che hanno tessuto le lodi del gruppo e finalmente con una atteggiamento positivo!.

Con emozione e rispetto abbiamo sentito l’amministratore delegato Ing. Nicola Signorile affermare che la crisi in Saicaf non è mai entrata, non ha mai intaccato i 23 milioni di fatturato e i 40.000 pacchetti confezionati ogni giorno.

Ovviamente non sono mancate le note dolenti, e su cosa ci si poteva lamentare al sud se non sulla logistica?

Il gruppo Saicaf non è mai riuscito a deviare il traffico in entrata dal sud America sui porti del sud ed è ancora oggi incredibilmente costretto a mandare un mezzo di proprietà  al porto di Genova per caricare i big bag contenenti la materia prima .

Il fatto che l’Azienda sia in grado di ottimizzare i costi inserendo sul viaggio di andata verso Genova i carichi di caffè lavorato e confezionato per consegna ai Cedi della grande distribuzione del territorio Nord, non giustifica la certa assenza ad esempio del porto di Taranto.

La competizione del caffè non si può fare sulla materia prima in quanto essa è trattata in borsa ed è uno dei beni più mediati al mondo. Quindi non si riesce ad avere il controllo del costo che invece si subisce secondo dinamiche di macroeconomia senza alcuna possibilità di influenza. Esso inoltre incide per il 50% sul costo del pacchetto finale e quindi ancora di più fare competizione sull’efficienza produttiva e distributiva diventa vitale per un’azienda inserita nel mercato della vendita di caffè.

Per sua strategia Saicaf opera in due mercati: quello del caffè per bar e ristorazione e quello del caffè distribuito confezionato. E’ per questa ragione che ha superato indenne le oscillazioni di prezzo e i cali di consumo che ci sono stati negli ultimi anni.

La elevata automazione nei processi produttivi con l’estrema attenzione da parte del gruppo a usare apparati made in Italy ha portato non solo all’aumento della capacità produttiva ma anche alla riduzione dei costi di gestione.

Una nota differenziante và evidenziata su questo Azienda: tutti gli intervenuti hanno sottolineato che il gruppo è fatto prima di tutto dai “collaboratori”. Quindi anche il successo dell’azienda è dovuto a loro che hanno sempre contribuito in modo pro-attivo, e che, sentendosi parte attiva dei processi e delle decisioni si sono fatti spesso portatori di nuove idee.

La quarta generazione rappresentata dal  dott. Leonardo Lorusso è anche impegnata sul fronte della formazione e della spinta innovativa sul prodotto, attraverso una fondazione intitolata al nonno Leonardo Lorusso.

La conclusione dell”incontro ha portato a questo tipo di deduzione: automazione, innovazione, e apertura alle idee esterne hanno dato alla Saicaf solo i segni+.

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Un pensiero su “L’economia dei segni + (SAICAF, la fabbrica in città)”

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