La qualità si paga, ma non costa!”. Non è solo uno slogan, peraltro super-sfruttato anche da chi non l’ha mai realmente capito, ma è prima di tutto una verità lapalissiana.

E non voglio, qui e ora, dilungarmi in una tediosa dissertazione sui paradigmi accademici che stanno dietro a questa affermazione: al massimo posso rimandarvi al sacro testo di Philip Crosby (“La Qualità Non Costa”), per chi volesse imparare davvero a gestire in azienda la Qualità come concreta fonte di profitto.

Il mio intento, oggi, è di portare qualche riflessione in più sulla Qualità applicata alla Logistica. Si, perché se c’è un tema minimizzato, sottovalutato, per non dire ignorato, in azienda è proprio tutto (o quasi) quello che ruota attorno alla Logistica.

Persino le aziende che fanno della Logistica il loro “core business” tendono ad investire poco e male negli strumenti che, invece, li aiuterebbero tanto, e non solo nel quotidiano, ma anche per affrontare con serenità una qualsiasi prospettiva di futuro.

Su Wikipedia si legge che esistono diverse definizioni di Logistica, ognuna delle quali differisce per l’ampiezza di visione con cui viene considerata la materia.

Secondo la definizione data dall’Associazione Italiana di Logistica (AILOG), essa è “l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita“.

Gianni & Giuseppe, sul blog, dicono che la Logistica è senza dubbio un’arte: lo pensano anche quelli dell’autorevole Society Of Logistic Engineers (S.O.L.E. per gli amici!). Orbene, una tematica tanto vasta, importante e degna di essere definita quasi (o senza quasi) materia da “artisti”, non è degna di essere supportata da scelte di Qualità? La risposta mi pare pleonastica.

Aumentare la Qualità della propria logistica si traduce rapidamente in un abbattimento dei costi diretti e, parimenti, dei lead time. Qualità, Tempi & Costi sono i 3 parametri da rendere sinergici ed equilibrati, sui quali si gioca la sfida logistica di oggi.

Specialmente con l’avvento della crisi internazionale, stante la riduzione dei margini, in azienda non è più sufficiente concentrarsi solo su Produzione e Vendite: da alcuni anni l’attenzione si sta giustamente focalizzando per lo più sulle voci di costo, cercando di tagliare quelle che incidono di più sui bilanci delle società, prima fra tutte la voce “Logistica & Trasporti”.

L’idea della terziarizzazione della logistica, particolarmente allettante sul piano pratico, risulta in realtà conveniente solo quando la dimensione aziendale di fatturato raggiunge almeno i 50 milioni di euro e si parla di un numero di codici superiori a 5/6mila. Ecco che, in un tessuto sociale costituito da una “polverizzazione” di aziende di fatto più piccole, gestirsi la logistica “in casa” diventa obbligatorio, ma non si può evitare di affrontare il problema seriamente.

Se mi permettete il paragone, sottovalutare l’opportunità di rendere qualitativamente elevata la propria logistica equivale a giocare con la carta di credito: si è spensierati fino a quando non arriva il conto da pagare!

Sappiamo che gli ingredienti di una logistica di successo, oltre alle persone stesse (intese come qualità del “capitale umano” e pulizia nell’organizzazione), sono senza dubbio la chiarezza nei processi e la robustezza del sistema informativo.

Partendo dal time to market, richiesto dal proprio mercato di riferimento, e gestendo con grande attenzione i processi di magazzino/riordino in base alla rotazione dei prodotti, abbiamo a disposizione gli strumenti informatici che ci consentono di ottimizzare risorse, aree e volumi destinati alle operazioni logistiche: quello che davvero ci aiuta in azienda è un WMS (Warehouse Managemet System) efficiente e flessibile, capace soprattutto di adattarsi velocemente alle mutazioni del canale distributivo.

Il termometro di una logistica efficiente e di un magazzino funzionante sono gli “indici di misura” (o KPI, Key Performance Indicator), sempre forniti da un WMS di qualità. Lo scostamento dai valori di riferimento consente, nell’immediato e nel medio periodo, di evidenziare i problemi e intervenire di conseguenza, per abbattere gli errori del magazzino, causa di disallineamenti (spesso cronici e disastrosi) tra giacenza fisica e contabile, e di spedizioni incomplete o imprecise, che creano un danno d’immagine all’azienda che spesso va ben al di là degli euro che si spendono per porre rimedio al singolo evento negativo.

Insomma, dare Qualità all’esterno, oggi un must, significa investire in Qualità all’interno, e questo è particolarmente vero quando si parla di una Logistica Distributiva che giochi un ruolo di rilevo nel nostro posizionamento di mercato.

Occupandomi da anni soprattutto di Sistemi Informatici per la gestione del Magazzino e delle Spedizioni, vi lascio con uno schema che ben riassume, a mio parere, quello che dovrebbe essere l’atteggiamento mentale di chi valuta l’acquisto di un WMS sul mercato. E’ talmente ovvio che non penso serva commentarlo…

 

Un saluto!

logistica di qualità

 

 

Paolo Farinella

INCAS SPA

pfarinella@incasgroup.it

Un pensiero su “UNA LOGISTICA DI QUALITA’”
  1. Gran bell’articolo: posso condividere tutto quanto espresso e soprattutto sottolineare che proprio la grandezza delle nostre aziende è un grande limite al WMS anche se l’ultima parola dovrebbe essere lasciata ad un specialista dopo un’analisi puntuale dei flussi e delle informazioni da gestire, che ne pensate?

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